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“Museo del Novecento” all’Arengario di Milano

E’ stato inaugurato il 6 dicembre scorso nel cuore di Milano, in Piazza Duomo, il Museo del Novecento.

Il Palazzo dell’Arengario (1), sede del Museo, dopo anni di restauri e ristrutturazioni risulta ora completamente rinnovato ed accoglie il visitatore con una scala elicoidale di forte impatto che apre alla visione suggestiva del famoso “Quarto Stato” di Pelizza da Volpedo; un’opera straordinaria.

Il progetto, che ha richiesto modifiche sostanziali all’interno dell’immobile esistente, in linea con le opere da esporre, è del “Gruppo Rota” con gli Architetti Italo Rota e Fabio Fornasari coadiuvati da Emmanuele Auxilia, Paolo Montanari e Alessandro Pedretti.

Un percorso avveniristico tra passerelle sospese e sale a forma di capsule spaziali con tanta luce naturale – grazie alle ampie vetrate dell’Arengario – e un’ambientazione che ricorda per certi aspetti il “MoMa” (Museum of Modern Art ) di New York (2); certamente su livelli di ampiezza e spazialità diversi, ma lo spirito che pervade il visitatore è pressoché analogo.

Spettacolare e sorprendente il “Salone della Torre” dedicato a Lucio Fontana che recupera due diversi progetti ambientali dell’artista: la “Struttura al Neon”, visibile anche dall’esterno, realizzato nel 1951 presso la Triennale di Milano e “Il Soffitto” (3) del 1956 proveniente dall’Hotel del Golfo di Procchio dell’Isola d’Elba.

Interessanti e didattiche sono le scelte tematiche dell’allestimento museale e la suddivisione in stanze dedicate a Giorgio Morandi, Giorgio de Chririco, Piero Manzoni e i corridoi dedicati rispettivamente al Futurismo e alle Nuove Figurazioni.

Un nuovo spazio, dunque, dove apprendere dal vivo l’arte del XX secolo attraverso oltre 400 opere appartenenti alle Civiche Raccolte Artistiche del Comune di Milano.

Il Museo del Novecento si estende su una superficie di 8.200 mq di cui 4.000 dedicati allo spazio espositivo. La rampa a spirale realizzata nello spazio verticale della torre del palazzo consente di raggiungere, dal livello sotterraneo della Metropolitana, la quota della terrazza monumentale affacciata su Piazza del Duomo e Piazzetta Reale (Palazzo Reale). La splendida vista panoramica dall’alto del Duomo di Milano e della sua stupenda Piazza è ragguardevole e conferisce un inaspettato valore aggiunto oltre che restituire pregio e monumentalità all’Arengario, abbandonato da anni. La spirale vetrata, “tubo catodico” della comunicazione del Museo del Novecento, è il fulcro del percorso espositivo, semplice e lineare, che prende l’avvio dal celebre “Quarto Stato” di Pellizza da Volpedo e si dipana per i quattro livelli del corpo edilizio. Prima di entrare nel Futurismo, movimento nato e sviluppatosi proprio nel capoluogo lombardo, il visitatore attraversa un’ampia sezione dedicata alle Avanguardie internazionali della collezione Jucker, acquistata dal Comune di Milano nel 1992 (altre opere di questa collezione sono collocate nelle diverse sezioni del museo). La prima sala del Museo del Novecento, detta “delle Colonne”, è interamente dedicata a Umberto Boccioni, con una collezione unica al mondo che comprende il manifesto pittorico del futurismo “Elasticità (1912)”. Quindi una sezione interamente dedicata al Futurismo con opere di Giacomo Balla, Carlo Carrà, Gino Severini, Ardengo Soffici, Achille Funi, Fortunato Depero, Mario Sironi. La sezione si chiude con “Natura morta con squadra” di Carrà del 1917 che anticipa i cambiamenti di linguaggio del dopoguerra. La sezione dedicata a Boccioni è la prima di otto monografie che vedono protagonisti Giorgio Morandi, Arturo Martini, Giorgio de Chirico, Fausto Melotti, Lucio Fontana, Piero Manzoni, Marino Marini. Segue poi la sezione del Novecento italiano con l’arte degli anni ‘20 e ‘30, con opere di Carlo Carrà, Felice Casorati, Virgilio Guidi, Piero Marussig, Mario Sironi, seguono l’Arte Monumentale e Antinovecento con opere tra gli altri, di Renato Birolli, Aligi Sassu, Massimo Campigli, Scipione e Filippo De Pisis. Chiude la manica lunga del secondo piano una sezione di opere degli anni trenta di Fausto Melotti e di astratti comaschi. A Lucio Fontana è stato dedicato, come si è gia detto, il salone della torre dell’Arengario. Successivamente, al terzo piano, si trova una sala dedicata ad Alberto Burri e alle opere degli anni Cinquanta dei maggiori maestri italiani quali Emilio Vedova, Giuseppe Capogrossi, Gastone Novelli, Osvaldo Licini, Tancredi Parmeggiani, Carla Accardi. La sezione conclusiva, oltre 1200 metri quadri situati nella manica lunga al secondo piano di Palazzo Reale e collegati all’Arengario da una passerella sospesa, è dedicata agli anni Sessanta e termina con senza titolo (Rosa nera) del 1964 di Janis Kounellis. Passata la passerella aerea si incontra una Scultura d’ombra (2010) realizzata ad hoc per il museo da Claudio Parmiggiani. Quindi segue una grande sezione riservata all’Arte Cinetica e Programmata anticipata da Aconà Bicombì di Bruno Munari e seguita da una serie di opere di Enzo Mari, Getulio Alviani, Dadamaino e opere e ambienti degli artisti del Gruppo T: Giovanni Anceschi, Davide Boriani, Gianni Colombo, Gabriele Devecchi e Grazia Varisco. Segue la sala dedicata alle nuove figurazioni dal Realismo esistenziale alla Pop Art con Valerio Adami, Bepi Romagnoni, Franco Angeli, Alik Cavaliere, Enrico Baj, Emilio Tadini e Mimmo Rotella, con “Decisioni al tramonto” (1961) e una selezione di artisti della Pittura Analitica con opere di vari artisti tra cui Rodolfo Aricò, Claudio Verna e Giorgio Griffa. La fine del percorso espositivo è dedicata all’Arte Povera e a Luciano Fabro in omaggio al quale è stato ricreato, per allestire un nucleo di opere degli anni sessanta, l’ambiente “Habitat” ideato per il PAC – Padiglione di Arte Moderna di Milano (4) nel 1980. Presenti in questa sezione Alighiero Boetti, Michelangelo Pistoletto, Pier Paolo Calzolari, Giulio Paolini, Mario Merz, Giuseppe Penone, Jannis Kounellis, Giovanni Anselmo e Gilberto Zorio. A lato la sezione dedicata a Marino Marini. Questa collezione è stata infatti trasferita dalla Galleria d’Arte Moderna di Villa Reale (4) all’Arengario, in coerenza con il patrimonio artistico novecentesco valorizzato nel Museo del Novecento.

Un Museo, dunque, tutto da scoprire …… un appuntamento da non perdere!

Il Museo del Novecento offre anche altri servizi. Approfondimenti e intrattenimento al Bookshop, spazio progettato da Michele De Lucchi, situato al piano terra, accanto alla biglietteria, e gestito dalla casa editrice Mondadori Electa, che si estende su una superficie totale di circa 170 metri quadrati. Al piano interrato, una sala proiezioni e conferenze per convegni, letture e incontri di vario genere. Ed infine un ristorante che si estende su una superficie di oltre 220 metri quadrati, con circa 70 coperti.

(1) L’Arengario, costruito negli anni Trenta su progetto degli Architetti Portaluppi, Muzio, Magistretti e Griffini, decorato in facciata con gli altorilievi di Arturo Martini, è stato individuato come sede di interesse architettonico, significativa e coerente con la destinazione a museo.

(2) Il MoMa (Museum of Modern Art ) di New York si trova a Midtown Manhattan a New York, sulla 53° strada, tra la Quinta e la Sesta Avenue. Ha avuto una straordinaria importanza per lo sviluppo e dell’arte moderna ed è stato spesso considerato il principale museo d’arte moderna del mondo. Considerato da molti la miglior collezione di capolavori di arte moderna del mondo, comprende più di 150.000 opere, oltre a 22.000 film e 4 milioni di fermi immagine. La collezione del museo propone un’incomparabile visione d’insieme dell’arte moderna e contemporanea mondiale, poiché ospita progetti d’architettura e oggetti di design, disegni, dipinti, sculture, fotografie, serigrafie, illustrazioni, film e opere multimediali. La biblioteca e gli archivi raccolgono oltre 300.000 libri e periodici e schede personali di più di 70.000 artisti.Girovagando qua e là per la “Grande Mela” quello che colpisce di più l’attenzione sono i grandi numeri: in nessun posto al mondo sarà mai possibile,ad esempio, trovare una collezione così ampia di opere d’arte moderna e contemporanea esposte nella stessa struttura. Il MoMa rappresenta una tappa d’obbligo per gli appassionati d’arte moderna e contemporanea. Tra le opere presenti, c’è un’intera sala dedicata a Matisse, in cui si possono ammirare le celebri “L’atelier rouge” e “La dance”; oppure lo spazio dedicato alle opere di pittori surrealisti del calibro di Dalì, Mirò, Ernst. Altrettanto famosa la “Notte stellata” di Vincent Van Gogh; le opere espressioniste di Kirchner e “Les demoiselles d’Avignon” di Pablo Picasso. Le opere cubiste riservano il Picasso della “Donna con mandolino” e “Uomo con chitarra e soda” di Georges Braque. Quanto agli artisti italiani, sono presenti i nostrani futuristi di “Dinamismo di un foot-baller” di Umberto Boccioni e svariate opere di Balla, Carrà e Gino Severini. Al terzo piano c’è un settore dedicato alla pop-art, con realizzazioni di Lichtenstein, di Andy Warhol e Oldenburg. Tra le stampe e i libri illustrati troviamo le sperimentazioni tecniche ed esecutive più ardite, tra cui la litografia, l’acquaforte, l’incisione su legno etc. Riguardo al design è possibile osservare gli oggetti più svariati, da quelli di uso domestico come le lampade, i tessuti e gli elettrodomestici a quelli più ricercati quali le ceramiche e perfino i microchip. Per il settore veicoli vi è la possibilità di ammirare l’elicottero di Bell del 1945 e la “Cisitalia 202” (1947) dell’italiano Pininfarina, la “scultura in movimento” secondo la descrizione di Arthur Drexler, definita “una delle otto più belle vetture del nostro tempo”. Innumerevoli anche i modelli e i plastici di opere architettoniche di gusto contemporaneo.

(3) Soffitto di oltre 150 metri quadri realizzato da Lucio Fontana nel 1956 nella sala da pranzo dell’Hotel del Golfo di Procchio all’Isola d’Elba per mezzo di segni, tagli e incisioni operati direttamente sull’intonaco grezzo fresco della volta della sala e riempiti di colori puri. Il Soffitto, uno dei pochissimi ancora conservati tra quelli realizzati dal grande artista, un vero e proprio capolavoro che proietta nell’ambiente e nel rapporto con l’architettura la concezione fondamentale dello “Spazialismo” di Fontana, stava per essere distrutto nel corso di un radicale intervento di ristrutturazione dell’edificio.

(4) Il PAC (Padiglione d’Arte Contemporanea) si trova a Milano in Via Palestro 14 accanto alla Villa Belgioioso Bonaparte (già “Villa Reale” oggi denominata “Villa comunale”) – Museo dell’Ottocento (sede della Galleria d’Arte Moderna).


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