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Giu

Tarranòve, pane e pemmedòre e arija bbòne!

“Poggio Imperiale, pane e pomodoro e aria buona”, questa è la traduzione alla lettera dell’antico detto dialettale.

Un’aria buona che è anche sinonimo di longevità … e i “risultati” sono garantiti al cento per cento.

Infatti una nostra compaesana, Maria Giuseppa Robucci, ha recentemente festeggiato il suo 107° compleanno, seguita a ruota da un altro compaesano, Giuseppe Nista, che ha compiuto 101 anni.

Alla lista dei centenari si è ora aggiunta anche Lucia Anzivino che ha compiuto proprio oggi, 19 giugno, i suoi 100 anni e tra pochi giorni, il 24 giugno prossimo per la precisione, Giovanna Galullo ne compirà 99.

Un secolo … cento anni ben portati; i nostri ultracentenari e gli aspiranti tali sono tutti lucidissimi, allegri e simpaticissimi: testimoni della qualità della vita che il contesto ambientale nel suo insieme offre.

Con ben quattro centenari su circa 2800 abitanti, Poggio Imperiale può vantare sicuramente un ambizioso primato in provincia di Foggia e forse anche a livello nazionale, nel rapporto longevità/popolazione residente.

 

 

I centenari di Poggio Imperiale festeggiano i cento anni di Lucia Anzivino (19 giugno 2010)

Da sinistra: Giuseppe Nista (anni 101), Lucia Anzivino (anni 100), Maria Giuseppa Robucci (anni 107) e Giovanna Galullo (anni 99)

Sullo sfondo: Il Vice Sindaco Alberto Caccavo (con fascia tricolore), l’Assessore ai servizi sociali Michela Fina e l’Assessore alla cultura Antonio Mazzarella.

Dal libro

“Ddummànne a l’acquarúle se l’acqu’è fréscijche”

Detti, motti, proverbi e modi di dire Tarnuíse

di Lorenzo Bove

Edizioni DEL POGGIO

 2008

“Tarranòve, pane e pemmedòre e arija bbòne”

Traduzione (alla lettera): Poggio Imperiale, pane e pomodoro e aria buona.

Significato: Un invito a prendere le cose per il giusto verso e senza eccessivo affanno.

Origine: In effetti l’antico detto voleva proprio invitare alla distensione e alla serenità che solo un piccolo borgo sviluppatosi alla sommità di una collinetta (poggio) immersa in una vegetazione lussureggiante poteva offrire. Una collinetta dalla quale si riesce, da una parte, a scrutare il mare con le isole Tremiti in lontananza e il promontorio del Gargano e, dall’altra, il subappennino dauno fino alle montagne del vicino Molise. Aria buona, quindi, e cibi semplici e genuini rappresentati da una semplice fetta di pane pugliese, frutto del grano coltivato in queste floride campagne, accompagnata dai rossi e squisiti pomodori tarnuèse conditi con un olio extravergine di oliva paesano la cui fragranza non ha eguali.


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