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Giu

Un “vertice di preghiera” nei Giardini Vaticani per la pace in Medio Oriente

Nel tardo pomeriggio di ieri a Roma, nei Giardini Vaticani, è avvenuto qualcosa di straordinario.

Un evento storico che potrebbe influenzare – ci auguriamo positivamente –  il corso dei futuri equilibri in Terra Santa e conseguentemente in Medio Oriente.

Una luce si è accesa e quattro uomini di buona volontà hanno colto l’attimo fuggente raccogliendosi in preghiera per la pace.

Papa Francesco, il Presidente di Israele Shimon Peres, il Presidente della Palestina Abu Mazen e il Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo hanno  pregato insieme, all’unisono, per la pace in Medio Oriente.

Che sia merito di Papa Francesco,  o che si tratti piuttosto di un momento prodigioso verso quella riconciliazione tanto attesa e alla quale ciascuno dei massimi protagonisti sembra voler contribuire, sicuramente la storia ricorderà questa data, come ricorda quella dell’incontro di cinquant’anni fa a Gerusalemme di Papa Paolo VI con il Patriarca di Costantinopoli Athenagoras, e che Papa Francesco ha voluto suggellare con il Patriarca Bartolomeo, durante la sua recente visita in Terra Santa.

Un «vertice di preghiera», dunque, un passo avanti verso il riappacificamento, la concordia, l’armonia e la pace, con i Giardini Vaticani come palcoscenico di una storia mai vista.

Questa ispirazione è sorta durante la visita di Papa Francesco in Terra Santa nello scorso mese di maggio; una visita emozionante che ha particolarmente  toccato e rattristato il Santo Padre, per la sofferenza di quella Terra, martoriata da anni di guerra, ove le persone sono costrette a vivere in un campo di battaglia perenne.  

Papa Bergoglio porta avanti il progetto di coinvolgere le Fedi nella costruzione della pace, a suo tempo avviato da Papa Wojtyla e proseguito poi da Papa Ratzinger, chiedendo a tutte le persone di buona volontà di unirsi nella preghiera per la pace in Medio Oriente,  invocando «l’inizio di un cammino nuovo alla ricerca di ciò che unisce, per superare ciò che divide», perché «la preghiera può tutto».

E, in particolare, nei Giardini Vaticani, il Pontefice, rivolto ai Presidenti israeliano Shimon Peres e palestinese Abu Mazen, Ha asserito: «La vostra presenza signori Presidenti  è un grande segno di fraternità, che compite quali figli di Abramo, cioè come fratelli l’uno dell’altro», ed ancora, «Per fare la pace ci vuole coraggio, molto di più che per fare la guerra».

«Signore, Dio di Abramo e dei Profeti, disarma la lingua e le mani; donaci la forza per essere ogni giorno artigiani della pace; donaci la capacità di guardare con benevolenza tutti i fratelli che incontriamo sul nostro cammino», ha pregato ad alta voce Papa Bergoglio, che ha citato le famose parole di Pio XII «con la guerra tutto è perduto».

Il Presidente israeliano Shimon Peres, ha così esordito: «Quando ero ragazzo, a 9 anni, mi ricordo la guerra, mai più mai più!», affermando che anche se «la pace non viene facilmente, dobbiamo adoperarci con tutte le nostre forze per raggiungerla presto. Anche se ciò richiede sacrifici o compromessi».
Da parte sua il Presidente palestinese Abu Mazen ha assicurato che «Noi desideriamo la pace per noi e i nostri vicini. Noi cerchiamo la prosperità e pensieri di pace per noi come per gli altri».

Anche il Patriarca ortodosso di Costantinopoli Bartolomeo  ha chiesto «a tutte le persone di buona volontà di unirsi a noi nella preghiera per la pace in Medio Oriente».

Già alla recita del Regina Coeli di ieri, a mezzogiorno, in Piazza San Pietro, il Papa aveva annunciato: «Questa sera in Vaticano i Presidenti di Israele e Palestina si uniranno a me e al Patriarca Ecumenico di Costantinopoli, mio fratello Bartolomeo, per invocare da Dio il dono della pace nella Terra Santa, in Medio Oriente e nel mondo intero»,  ringraziando «tutti coloro che personalmente e in comunità hanno pregato e stanno pregando per questo incontro, e si uniranno spiritualmente alla nostra supplica. Grazie, grazie tante».

Al termine  della cerimonia, nei Giardini Vaticani è stato piantato un albero di ulivo e i quattro artefici della pace presenti, imbracciate le pale, lo hanno interrato  in piena armonia e serenità; un’immagine carica di simbolismo.


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