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20
Nov

A Milano, la donna nella pittura italiana dell’800

Il capoluogo lombardo dedica una mostra alla “donna” nella pittura italiana dell’Ottocento.

Il percorso dell’interessante rassegna allestita a Milano, dall’8 novembre al 23 dicembre 2012, si snoda in due distinti ambiti, il primo riferito al periodo che va  “Dalla Scapigliatura alla Belle Epoque” e l’altro che riguarda aspetti pittorici che si profilano “Tra ritratto e paesaggio”, con la “donna” sempre in primo piano.

La centralità della rassegna è dunque la “donna”; un omaggio all’universo femminile e alla sua rappresentazione da parte dei principali artisti italiani del secondo Ottocento, quali Giovanni Boldini, Mosè Bianchi, Pellizza da Volpedo, Domenico Induno, Giuseppe De Nittis (il nostro corregionale pugliese, nato a Barletta il  25 febbraio 1846 e morto a Saint-Germain-en-Laye – Francia – il  21 agosto 1884, un  pittore italiano vicino alla corrente artistica del Verismo e dell’Impressionismo), Vincenzo Irolli, Alessandro Milesi, Stefano Noto, Ettore Tito e tanti altri ancora.

Location della rassegna:

La sezione “Dalla Scapigliatura alla Belle Epoque” è stata allestita alla Galleria “Bottegantica” di Milano, via Alessandro Manzoni 45;

La sezione ”Tra ritratto e paesaggio” è stata allestita alla Galleria d’Arte “Ambrosiana” di Milano, via Vincenzo Monti 2.

Qualche assaggio delle opera esposte:

“Prega il suo innamorato di perdonarla con mani incrociate e posizione di supplica”

(Titolo del quadro: “Litigio amoroso” di Vincenzo Irolli);

“Sospira accostando il suo volto a quello di un piccolo figlio da accudire e amare”

(Titolo del quadro: “Maternità” di Alessandro Milesi);

“Dipinge incurante di tutto, affondando il suo sguardo in una tela”

(Titolo del quadro: “La pittrice” di Mosè Bianchi).

Queste sono solo alcune delle figure femminili che compongono la galleria di volti, sguardi ed espressioni raccolti per la a mostra ed esposti nelle due sedi espositive.

“La donna nella pittura italiana dell’800” è un progetto ideato e firmato da Enzo Savoia e Francesco Luigi Maspes, che vuole documentare, in un percorso che collega la Galleria Bottegantica e la Galleria d’Arte Ambrosiana di Milano, il ruolo di protagonista che la donna ebbe nella seconda metà dell’Ottocento nelle opere dei grandi artisti di quel periodo. Un percorso con cinquanta opere suddivise nelle due sedi (rispettivamente, 30 e 20), che offre l’opportunità di ammirare quadri di intensa suggestione, tra i quali – ad esempio – i lavori del pittore Giovanni Boldini, straordinario interprete della bellezza femminile e protagonista assoluto della Belle Epoque parigina, attraverso una preziosa selezione di dipinti, tra cui Nudo di donna con calze nere, Donna in riposo, Giovane signora nell’atelier e le figure di Madame Lantelme e Irene Catlin: opere in cui la “donna” è rappresentata in sfolgoranti ritratti ufficiali, a volte in pose ardite e sofisticate, quasi teatrali.

Così come ci si può soffermare sul paesaggio bucolico di Ettore Tito in Prato in fiore (Bambini sull’altopiano di Asiago), dove donne e bambini sono immersi nel verde dell’altopiano, per l’appunto, di Asiago; un quadro che riesce letteralmente a far inchiodare l’occhio del visitatore sul dipinto.

E che dire dell’olio su tavoletta, dal titolo  Ora del pasto, di Giuseppe De Nittis, raffigurante una gentile fanciulla intenta a lanciare pezzetti di cibo ad alcune anatre, ai bordi di un laghetto.

Le venti opere esposte presso la sezione della Galleria d’Arte Ambrosiana documentano, nello specifico, l’evoluzione dell’immagine femminile, sempre nella seconda metà dell’Ottocento, nei generi del ritratto e del paesaggio, in particolare, con artisti quali Mosè Bianchi, Enrico Crespi, Giuseppe De Nittis, Domenico Induno, Gaetano Previati, Daniele Ranzoni ed altri.

In estrema sintesi, la mostra si è prefissato – a quanto pare – l’obiettivo di intercettare e mettere in risalto un fenomeno che, nel periodo temporale cui si fa riferimento, aveva assunto grande risalto per quanto attiene alla posizione della “donna” nella pittura. Infatti, i movimenti intellettuali, i mutamenti politici, sociali e culturali che hanno investito l’Italia, particolarmente tra il 1800 e il 1900, hanno portato le donne (aristocratiche, nobili o popolane che fossero) ad assumere ruoli di primo piano nella nascente nuova società italiana, cambiamento che si è riflesso anche nell’arte.

Quindi, non più (solo) donne raffigurate con abiti sfarzosi, ingioiellate e colte nel momento migliore della loro bellezza, ma (pure) donne raffigurate in ogni occasione della vita, in ogni attimo della quotidianità e inserite nella vita del tempo, che testimoniano i cambiamenti dei tempi. Donne scoperte nei loro momenti più personali ed intimi, nella maternità, a volte anche nel lavoro umile; donne che assumono anche un ruolo ed una posizione diversa nei confronti dell’uomo.

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