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Oggi, 25 aprile 2018, Festa della Liberazione

Il 22 aprile 1946, su proposta del presidente del Consiglio Alcide De Gasperi, il principe Umberto II, allora luogotenente del Regno d’Italia, emanò un decreto legislativo luogotenenziale che recitava: “A celebrazione della totale liberazione del territorio italiano, il 25 aprile è dichiarato festa nazionale”, che venne stabilmente istituzionalizzata solo il 27 maggio 1949, con la legge 260.

La Festa della “liberazione”, che vuole farsi risalire all’anno precedente (1945) e, simbolicamente alla data del 25 aprile, corrisponde al giorno in cui il CNLA (il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia) avente sede a Milano e presieduto da Luigi Longo, Emilio Sereni, Sandro Pertini e Leo Valiani, proclamò l’insurrezione generale in tutti i territori ancora occupati dai nazifascisti, indicando a tutte le forze partigiane attive nel Nord Italia facenti parte del Corpo Volontari della Libertà di attaccare i presidi fascisti e tedeschi imponendo la resa.

Parallelamente il CLNAI emanò dei decreti legislativi, assumendo il potere “in nome del popolo italiano e quale delegato del Governo Italiano”, stabilendo tra le altre cose la condanna a morte per tutti i gerarchi fascisti, incluso Benito Mussolini, che sarebbe stato raggiunto e fucilato tre giorni dopo.

“Arrendersi o perire” fu la parola d’ordine intimata dai partigiani quel giorno e in quelli immediatamente successivi.

Il movimento, comunemente indicato come “Resistenza”, ebbe inizio dopo l’armistizio di Cassibile (località distante 3 Km da Siracusa) dell’8 settembre 1943; il Comitato  di Liberazione Nazionale  “CLN”, in particolare, venne fondato a Roma il 9 settembre del 1943 e terminò la sua azione nei primi giorni di maggio del 1945 (durò all’incirca  una ventina di mesi).

L’armistizio con le forze anglo-americane (ad ogni effetto: “una resa incondizionata”) venne sottoscritto, per conto del Regno d’Italia, dagli emissari del Governo Badoglio, nominato dal Re Vittorio Emanuele III a seguito della destituzione di Mussolini da parte del Gran Consiglio nella riunione del 25 luglio 1943, alla quale era seguito l’arresto dell’ex Duce. Più precisamente, intervennero il Gen. Eisenhower per gli Stati Uniti d’America e il Gen. Castellano per l’Italia, il quale chiese garanzie riguardo alla prevedibile reazione tedesca contro l’Italia alla notizia della firma dell’armistizio (l’Italia era infatti alleata dei tedeschi al fianco dei quali combatteva proprio gli anglo-americani).

In sintesi:

Il Regno d’Italia passò dalla posizione di alleato dei tedeschi ad “alleato” degli anglo-americani che continuavano a combattere contro i tedeschi, i quali scatenarono contro gli italiani  una caccia all’uomo (militari e civili) senza esclusioni di colpi.

Ma non tutti gli italiani si comportarono allo stesso modo, infatti molti di essi aderirono alla RSI (Repubblica Sociale Italiana), detta anche “Repubblica di Salò” e i suoi aderenti “repubblichini”; una nuova compagine politico-militare (pro Germania) capeggiata dallo stesso Mussolini nel frattempo liberato dai tedeschi.

Un’Italia spaccata in due, una guerra fratricida, una guerra civile ove non si andava per il sottile e molte erano le vendette trasversali e occasioni per “togliersi anche qualche sassolino dalla scarpa”.

Alcuni storici hanno evidenziato più aspetti contemporaneamente presenti all’interno del fenomeno della Resistenza: “guerra patriottica” e lotta di liberazione da un invasore straniero; insurrezione popolare spontanea; “guerra civile” tra antifascisti e fascisti, collaborazionisti con i tedeschi; “guerra di classe” con aspettative rivoluzionarie soprattutto da parte di alcuni gruppi partigiani socialisti e comunisti.

La Resistenza italiana, detta anche Resistenza partigiana fu dunque l’insieme dei movimenti politici (talora di opposti orientamenti politici: comunisti, azionisti, monarchici, socialisti, democristiani, liberali, repubblicani,  anarchici, in maggioranza riuniti nel CLN) e militari che in Italia, dopo l’armistizio di Cassibile si opposero al nazifascismo nell’ambito della guerra di liberazione e che contribuirono poi all’avvio effettivo di una fase di governo, da parte dei suoi rappresentanti, verso il Referendum del 2 giugno 1946 per la scelta fra Monarchia o Repubblica – consultazione per la quale per la prima volta furono chiamate alle urne per un voto politico anche le donne – e poi alla nascita della Repubblica Italiana.

L’Assemblea Costituente fu in massima parte composta da esponenti dei partiti che avevano dato vita al CLN, i quali scrissero la Costituzione fondandola sulla sintesi tra le rispettive tradizioni politiche e ispirandola ai princìpi della democrazia.

Sono passati ben 73 anni dal 25 aprile 1945!

Le divisioni, gli screzi, le lotte tra movimenti, partiti, sindacati (anche al loro interno); il “bicameralismo”; i costi della politica; l’inefficienza della Pubblica Amministrazione; i conflitti tra gli Organi dello Stato, ecc.; continuano a rallentare l’azione di  governo e lo sviluppo del Paese.

Forse non sarebbe male fare un bel “tagliando” del nostro apparato istituzionale a cominciare proprio dalla Costituzione.

Foto: Anna Magnani  – Film: “Roma città aperta” (Roberto Rossellini, 1945), è considerato il manifesto del neorealismo e uno dei capolavori del cinema mondiale. La vicenda inizia dopo l’armistizio di Cassibile: gli Alleati sono sbarcati in Italia e avanzano verso nord ma ancora non sono giunti nella capitale, dove la resistenza è già attiva. Memorabile la scena con la formidabile Anna Magnani nel ruolo della popolana Pina che insegue il camion dove è tenuto il suo amato Francesco. http://www.lindifferenziato.com/2013/04/24/25-aprile-cinema-e-resistenza/


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