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18
Ago

Rievocazione delle tradizioni e delle cantate popolari molisane

Rievocazione delle tradizioni e delle cantate popolari molisane

di Lorenzo Bove

L’Alto Tavoliere, al quale il comune di Poggio Imperiale appartiene, è parte della Capitanata, che confina con il vicino Molise; due territori contigui che, nei secoli, hanno mantenuto sempre stretti e civili rapporti di buon vicinato.Ma vi è di più: già con l’avvento del regime aragonese[1] e la riforma del sistema dei giustizierati[2], i due territori rimasero amministrativamente legati. Un cambiamento che ebbe importanti riflessi sul Contado di Molise si realizzò con la conquista aragonese del Regno di Napoli e la sua successiva riorganizzazione amministrativa.

Nel 1447 fu infatti emanato da Alfonso d’Aragona un decreto concernente l’istituzione della Regia dogana della mena delle pecore di Puglia. Con l’insediamento della Dogana di Foggia, il Contado di Molise, pur continuando formalmente a far parte della Terra di Lavoro [N.d.A.: Un territorio che si estendeva su buona parte delle attuali regioni Campania, Lazio e Molise], entrò in stretti rapporti economici con la Capitanata. In epoca incerta, probabilmente durante il viceregno spagnolo, verso la metà del XVI secolo, il Contado di Molise venne separato dalla Terra del Lavoro e aggregato alla Capitanata. La Regia udienza di Lucera, istituita nel 1514, esercitava la propria giurisdizione anche sul Contado di Molise. Quest’ultimo rimase legato alla Capitanata fino alle riforme amministrative introdotte nel 1806.

Ed oggigiorno è attivo un Movimento popolare che coltiva l’idea di poter unificare la Daunia (corrispondente al territorio delle province di Foggia e BAT – Barletta, Andria e Trani) e la regione Molise, finalizzata alla nascita di una nuova regione denominata “Moldaunia”.

“Il progetto ‘Moldaunia’[3]è un’idea di autonomia che, per limitarci alla storia recente, risale alla fase costituente (1946) della repubblica italiana, quando ben più illustri predecessori foggiani intravedendo la necessità di un’amministrazione autonoma della Daunia rispetto alle altre etnie pugliesi, reclamarono il diritto all’autonomia regionale della stessa, da sola od in aggregazione al Molise, al quale era legata da affinità etnico-culturali e socio-economiche, cementate in oltre quattro secoli di transumanza. Se tale richiesta era opportuna in vigenza del sistema centralista, oggi, con l’approvazione del sistema federalista regionale (legge n.3/2001), che investe le regioni di autonomia legislativa, finanziaria ed amministrativa, tale richiesta diventa addirittura vitale, in quanto gli interessi di sviluppo infrastrutturale e quindi socio-economico della Daunia confliggono manifestamente con quelli della Murgia e del Salento. Oltretutto, il passaggio del territorio dauno dall’attuale giurisdizione regionale pugliese a quella molisana, costituisce un’operazione di perequazione territoriale e demografica tra le due regioni: la Puglia molto grande (popolazione di 4.020.707 abitanti su una superficie di kmq 19.357), ed il Molise, la regione più piccola d’Italia a statuto ordinario (popolazione di 320.601 abitanti su una superficie di kmq 4.438), coronando un antico anelito della Daunia, oggi più che mai vivo nell’animo della sua popolazione”.
Ed è dunque del tutto evidente che le popolazioni di questi due territori abbiano, nel tempo, finito con il condividere usi, costumi e tradizioni popolari, oltre che creare nuovi nuclei familiari, unendosi in matrimonio tra loro, come avvenne nel caso di Crescenzo Fiorella di Poggio Imperiale e Giovanna Allocati di San Polo Matese, di cui ci accingiamo a parlare qui di seguito, nel contesto della rievocazione delle tradizioni e delle cantate popolari molisane e, in particolare dell’organetto abruzzese, “uno strumento musicale tradizionale della regione Abruzzo [N.d.A.: ma, naturalmente anche della regione Molise] in Italia. Caratterizzato da un suono vivace e coinvolgente, solitamente è costruito in legno di ciliegio. Il design è tipicamente compatto e leggero, facilitando il trasporto durante le esibizioni musicali”[4].  

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Organetto abruzzese
Foto di repertorio da Internet

Tra i suonatori di Organetto Abruzzese figura anche Alfonso Fiorella di San Polo Matese (Campobasso), figlio del Tarnuèse Crescenzo Fiorella che ivi si trasferì nella prima metà del secolo scorso e mise su famiglia, contraendo matrimonio sul posto.

l “Gruppo di suonatori e di ballo di San Polo Matese”, denominato “La Teglia” di cui Alfonso Fiorella ha fatto parte per tanti anni (assicurando ancora ora la sua presenza in occasioni speciali, data l’età avanzata), ha cavalcato le piazze e i palcoscenici, non solo locali, ma anche di varie località italiane, europee e del mondo, non ultima, la partecipazione al Columbus Day di New York negli Stati Uniti d’America.

Alfonso Fiorella in costume
e con il suo organetto
Foto by Alfonso Fiorella

Alfonso Fiorella (a dx) intervistato
il 26 luglio 2025 da Lorenzo Bove (a sx)
Foto by Lorenzo Bove

In particolare, Crescenzo Fiorella, il padre di Alfonso, nacque a Tarranòve, Poggio Imperiale, nell’Alto Tavoliere in terra di Capitanata, il 19 aprile 1904 e all’età di quattro anni si ammalò di malaria, con seri pregiudizi per la sua sopravvivenza, considerando che, ai tempi, anche di malaria si rischiava di morire. Provvidenziale si rilevò l’idea di suo zio Michele Fiorella di portarlo con sé in montagna, nel vicino Molise, a San Polo Matese, ove l’aria era più salubre e quindi maggiormente salutare per il bambino. Lo zio Michele svolgeva all’epoca la propria attività lavorativa nell’ambito della “Transumanza e della mena delle pecore”, che un tempo caratterizzava il particolare settore della pastorizia, e che vedeva lo spostamento delle mandrie di ovini dalle montagne dell’Abruzzo e del Molise verso le pianure pugliesi, attraverso i “Tratturi”, ove d’inverno il clima era più mite, ed il loro ritorno in montagna nella bella stagione. Il ragazzo ne trasse positivi benefici e, crescendo, cominciò ad accompagnare suo zio negli spostamenti delle mandrie, stabilendosi definitivamente nella località molisana di San Polo Matese, dove contrasse poi matrimonio con Giovanna Allocati, una ragazza del posto, dal quale nacquero sei figli, tra i quali anche Alfonso, attualmente novantatreenne in quanto nato il 3 maggio 1932, chiamato affettuosamente “Zi Fonz”.

Anch’egli iniziò con il seguire le orme del proprio genitore nell’attività di pastorizia, per poi trasferirsi in Belgio ove si occupò di edilizia, dopo aver frequentato positivamente i corsi di formazione professionali previsti, dimorando a Marcinelle, una località del comune di Charleroi, tristemente nota per il disastro minerario avvenuto l’8 agosto 1956 nella miniera di carbone di Bois du Cazier: l’incendio che si sviluppò causò la morte di 262 minatori, dei 275 presenti, di cui 136 italiani.

Dopo ben dodici anni, Alfonso ritornò a San Polo Matese e si unì in matrimonio con la sua cara Giovanna Noviello – recentemente scomparsa – dal quale nacquero tre figli, occupandosi di lavori edili, promiscuamente con attività agricole.

Già da ragazzo, il giovane Alfonso cominciò ad avere i primi approcci con lo strumento musicale del padre Crescenzo, un organetto abruzzese, che questi era solito suonare nelle varie occasioni pubbliche o private che fossero, fin quando, al compimento del suo diciottesimo compleanno, ricevette in regalo dal medesimo genitore un nuovo organetto, tutto per sé; anche perché quello del padre era stato letteralmente messo fuori uso proprio da lui a furia di strapazzarlo per imparare a suonarlo, ad orecchio e per imitazione, in maniera del tutto naturale.

Alfonso Fiorella con il suo organetto
Foto by Alfonso Fiorella

FE così divenne un provetto suonatore di organetto abruzzese, perfezionando un proprio ed esclusivo stile, peraltro molto apprezzato non solo sul posto, ma anche in altre località vicine e lontane.

Negli anni sessanta del secolo scorso, cominciavano a registrarsi anche in Molise i primi fermenti di rievocazione delle tradizioni e delle cantate popolari, dalla festa della zampogna[5] alle antiche tarantelle.

Logo del Gruppo Folkloristico
“La Teglia” di San Polo Matese
Foto by Alfonso Fiorella

Venne quindi a costituirsi intorno al 1970 a San Polo Matese il Gruppo Folkloristico denominato “La Teglia”, del quale Alfonso Fiorella rappresentò sicuramente il perno principale, facendo gioire ed entusiasmare, ma soprattutto ballare, per oltre mezzo secolo, folle di giovani e meno giovani, in giro per il mondo, conseguendo premi e riconoscimenti di merito al riguardo.          

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Targa Premio FAFIT (Federazione Associazioni Folkloriche Italiane) 2008 a favore di Alfonso Fiorella “Zi Fonz” per l’impegno come suonatore d’organetto nel Gruppo Folk “La Teglia” di San Polo Matese
Foto by Lorenzo Bove

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Targa Premio del Comune di San Polo Matese a favore di Alfonso Fiorella “che con il suono del suo organetto rallegra i nostri eventi e ci trasporta verso la vera identità Sanpolese”,
del 15 agosto 2014. 
Foto by Lorenzo Bove

 La denominazione “La Teglia” del Gruppo è simbolica ed è riferita all’albero di Tiglio, con radici profonde ed antichissime, legate ai riti di stregoneria, un po’ come la cosiddetta “Noce di Benevento”, l’albero di noce sotto il quale, secondo la leggenda, si radunavano le streghe, per l’appunto, di Benevento[6].

Il rito del Tiglio rievocato dal Gruppo Sanpolese[7], con tanto di corpo di ballo e canti, accompagnati dalle “tammorre” e dall’organetto di Alfonso Fiorella, si sviluppa intorno ad un palo di legno (che rappresenta il tronco dell’albero di Tiglio), sulla cui cima vengono issati dodici nastri colorati discendenti (che rappresentano i rami e le foglie).

Una coppia di ballerini (un ragazzo e una ragazza, rappresentanti i futuri sposi) reggono il palo, mentre altre sei coppie (rappresentanti le streghe e gli stregoni) fanno veleggiare i dodici nastri colorati (nel numero di due per ciascuna coppia), ballando ritmicamente e facendo intrecciare e disintrecciare armonicamente i nastri stessi.

Alla fine del ballo delle “streghe e degli stregoni” si verifica l’auspicio:

  • Se i nastri risultano completamente disintrecciati, la coppia dei fidanzati avrà un futuro di gioia e di felicità;
  • Se i nastri risultano invece intrecciati, per i fidanzati si prospetta un futuro difficoltoso e pieno di problemi.

Ma, in verità, l’abilità dei ballerini è tale che l’auspicio finisce sempre con l’essere positivo per i futuri sposi, ed è il caso di dire che tutto finisce a “tarallucci e vino”.


[1] Cfr. Contado di Molise – Wikipedia

[2] Il termine “giustizierato” designava in epoca normanna, sveva e angioina ogni “distretto amministrativo” in cui era suddiviso il Regno,  retto da un funzionario di nomina imperiale o reale. Da Wikipedia

[3] Progetto MOLDAUNIA https://www.moldaunia.it

[4] Cfr.https://www.bing.com/search?q=l%27organetto+abruzzere&form

[5] La zampogna è uno strumento musicale dei pastori abruzzesi e molisani. Il pastore si annoiava nel mentre le pecore erano al pascolo e quindi passava il tempo ad intarsiare rami con il suo coltello, al fresco sotto un albero.

E realizzava così i barrocche (i bastoni) che gli servivano per proteggere il gregge dagli animali, ma anche zufoli, pifferi, fischietti, flauti e zampogne.

Le zampogne (una sorta di cornamuse scozzesi), in particolare, venivano un tempo fatte con canne lavorate a mano con i coltelli e sacche ricavate dalle pelli delle pecore. Con questo strumento un singolo pastore poteva far suonare contemporaneamente fino a cinque canne. Ciò era possibile perché le canne non venivano insufflate direttamente dalla bocca del suonatore, ma dall’aria contenuta nella sacca di pelle di ovino, detta otre”.

Cfr. Lorenzo Bove, “E fu così che … ? … L’inestricabile ‘giallo’ de Tarranòve”, Self Publishing, giugno 2025, alla pagina 123

[6] E, da qui, la denominazione del famoso liquore “Strega” di colore giallo paglierino, associato anche all’omonimo premio letterario, istituito nel 1947.

[7] Le informazioni, nel dettaglio, sono state cortesemente ed amabilmente fornite da Assunta Fiorella, figlia di Alfonso Fiorella, presente all’intervista del 26 luglio 2025 fatta da Lorenzo Bove allo stesso Alfonso Fiorella presso la sua abitazione di San Polo Matese (Campobasso), Molise.

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