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Mag

A Caravaggio il 581° anniversario dell’apparizione di Santa Maria del Fonte

C’eravamo già stati io e mia moglie lo scorso anno e ci siamo ritornati ancora quest’anno.

Un bel pomeriggio di sole, in questa stagione alquanto bizzarra che nelle previsioni nulla di buono prometteva, ha permesso la scorsa domenica 26 maggio lo svolgimento della bella processione all’aperto della Madonna di Caravaggio (Santa Maria del Fonte), nel giorno dell’anniversario della sua apparizione.

Apparizione  avvenuta il 26 maggio 1432 proprio nel luogo ove sorge oggi il famoso Santuario.

La Madonna apparve a Giannetta, figlia di Pietro Varchi di Caravaggio (Bergamo), mentre era intenta a raccogliere erba, per consolarla dei cattivi trattamenti che da tanti anni riceveva dal marito.
E le annunziò la conversione del marito incaricandola di invitare il suo popolo alla penitenza, con la promessa che quel luogo sarebbe divenuto sorgente di grazie, simboleggiate dalla fonte miracolosa (il Sacro Fonte) sgorgata improvvisamente. E, a prova dell’autenticità dell’apparizione, la Madonna fece fiorire una verga secca.

I riti del giorno dell’anniversario dell’apparizione della Madonna di Caravaggio sono semplici ma molto toccanti.

Dopo il pontificale del mattino, le funzioni sono riprese alle 14,30 con la recita continuata del Rosario e alle 16,30 si è svolta la processione, guidata dal Vescovo di Cremona Mons. Dante Lanfranconi, con le statue di Maria e Giannetta sotto i portici del Santuario.

Alle 16,40 Mons. Lafranconi ha presieduto la memoria dell’apparizione con l’aspersione dell’assemblea con l’acqua del Sacro Fonte.

L’eccezionale sole caldo del pomeriggio che illuminava il cielo sopra Caravaggio ha consentito lo svolgimento di tutto il cerimoniale previsto in calendario, e già questo è apparso un prodigio, considerati gli acquazzoni dei giorni precedenti.

Sin dalle 14.30, quando è iniziata la recita del Rosario, la Basilica era stralcoma di pellegrini; in prima fila gli ammalati in carrozzella assistiti dalle dame e dai barellieri della sottosezione di Treviglio dell’Unitalsi.

Nel resto del grande complesso mariano era un brulicare di persone; letteralmente presa d’assalto la Cancelleria per l’acquisto di candele votive o per richieste di celebrazioni di Santa Messe.

Alle 16,00 Mons. Lafranconi, in abito corale e stola bianca, si è portato dinanzi al simulacro dell’apparizione per una breve preghiera silenziosa. Poi i volontari del Santuario hanno spinto all’esterno le statue di Maria e Giannetta.

Si è formata una lunghissima processione che ha attraversato tutti i portici del grande complesso mariano. Sembrava proprio un popolo in cammino dietro Colei che per prima e in modo mirabile ha seguito Cristo sulla via della Croce e della Risurrezione. Mezz’ora di Rosario itinerante, inframezzato dai canti proposti da una parte dell'”Unione Corale don Domenico Vecchi” diretta da don Gino Assensi e accompagnata all’organo dal maestro Giovanni Merisio. Pieni di commozione gli occhi degli anziani e dei malati in carrozzina nel vedere transitare l’imponente e soave statua di Maria a pochi passi da loro.

Conclusa la processione, clero e fedeli sono tornati in Basilica per la memoria dell’apparizione.

È stato questo certamente uno dei momenti più suggestivi dell’intera giornata, in cui ciascuno ha avuto l’opportunità di immedesimarsi nel mistero di quell’evento straordinario e di portata soprannaturale avvenuto il 26 maggio del 1432 e che, proprio lì a Caravaggio, ha scritto una storia di grazia profonda.

Mons. Lafranconi con piviale, mitra in capo e pastorale in mano ha guadagnato velocemente il presbiterio seguito da altri quattro sacerdoti in piviale: il rettore emerito don Ziglioli, l’arciprete emerito di Caravaggio Mons. Amigoni, i sacerdoti cooperatori del santuario don Bini e don Gorni.

La celebrazione si è aperta con il racconto dialogato dell’apparizione. Il popolo di Dio ha nuovamente ascoltato le richieste di Maria: l’invito alla penitenza per i molti peccati dell’umanità e alla gratitudine per i tanti doni di Dio. Quindi Mons. Lafranconi ha benedetto l’acqua del Sacro Fonte. Alle 16,53 il rettore don Assensi ha invitato ad attendere l’ora benedetta dell’apparizione: per sette minuti le centinaia di persone presenti in Basilica hanno pregato personalmente. Questo lungo tempo di silenzio è stato certamente il più toccante: tutti in attesa di poter nuovamente godere della presenza di Maria; di poter, ancora una volta, vedere il Cielo aperto sull’umanità.

Alle 17,00 in punto, ora dell’incontro prodigioso tra Maria e Giannetta, tutte le campane del Santuarioi hanno iniziato a suonare a distesa, mentre l’organista Merisio dava fiato al grande organo della Basilica.

E mentre il coro intonava l’Ave Maris Stella, il Vescovo  attraversava la navata centrale aspergendo i fedeli. Gli altri quattro sacerdoti in piviale compivano lo stesso gesto nelle altre zone del sacro tempio stracolma di pellegrini e nei cortili esterni ove avevano trovato posto tutti coloro che non erano riusciti ad entrare in chiesa.

 

 


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