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14
Giu

Gli affreschi di Giotto a Padova nella Cappella degli Scrovegni

Fra le tante bellezze da vedere, vi è a Padova uno dei capolavori assoluti dell’arte mondiale.

Una tappa che vale la pena programmare, magari in occasione di una visita alla celebre Basilica di Sant’Antonio.

Si tratta della “Cappella degli Scrovegni”, che rappresenta un capolavoro della pittura del Trecento italiano ed europeo, considerato il ciclo più completo di affreschi realizzato dal grande maestro toscano Giotto nella sua maturità.

Colore e luce, poesia e pathos. L’uomo e Dio. Il senso della natura e della storia, il senso di umanità e di fede fusi assieme per narrare in un modo unico ed irripetibile le storie della Madonna e di Cristo.

Il ciclo pittorico della Cappella è sviluppato da Giotto in tre temi principali: gli episodi della vita di Gioacchino e Anna (riquadri 1-6), gli episodi della vita di Maria (riquadri 7-13) e gli episodi della vita e morte di Cristo. In basso a questi affreschi, una serie di riquadri illustra le allegorie dei Vizi e delle Virtù.

La Cappella sorge tra i ruderi dell’antica Arena di Padova, risalente ai secoli tra il 60 e 70 d.C. (attualmente in loco sono in corso interessanti scavi archeologici).

Nel XIV secolo l’ area fu acquistata dagli Scrovegni, ricca famiglia padovana di banchieri e usurai, che qui nel 1300 vi fecero erigere il loro palazzo. Tra il 25 marzo 1303 e il 25 marzo 1305 fu innalzata la Cappella dedicata alla Vergine Annunziata, per volere di Enrico Scrovegni in suffragio dell’anima del padre Reginaldo, collocato nell’Inferno , proprio perchè usuraio, da Dante Alighieri nella “Divina Commedia”.

La Cappella presenta un’architettura molto semplice: un’elegante trifora gotica in facciata, alte e strette finestre sulla parete sud, all’interno un unico ambiente terminante sul fondo con un presbiterio in cui si trova il sarcofago di Enrico Scrovegni, opera di Andriolo de Santi.

Non si conosce il nome dell’architetto dell’edificio: per alcuni potrebbe essere lo stesso pittore fiorentino Giotto.

Per adornare l’edificio, destinato ad accogliere lui stesso e i suoi discendenti dopo la morte, Enrico Scrovegni chiamò due tra i più grandi artisti del tempo. A Giovanni Pisano commissionò 3 statue d’altare in marmo raffiguranti la Madonna con Bambino tra due diaconi, mentre a Giotto la decorazione pittorica della superficie muraria.

Giotto era un artista già celebre: aveva lavorato per il Papa nella Basilica di San Francesco in Assisi e in San Giovanni in Laterano a Roma,  ed ancora a Padova nella Basilica di Sant’Antonio e nel Palazzo della Ragione.

A Giotto venne affidato il compito di raffigurare una sequenza di storie tratte dal Vecchio e dal Nuovo Testamento che culminavano nella morte e resurrezione del Figlio di Dio e nel Giudizio Universale, allo scopo di sollecitare chi entrava nella Cappella a rimeditare sul suo sacrificio per la salvezza dell’umanità.

Sulle pareti laterali, sopra uno zoccolo che mostra con figure allegoriche il volto dei sette Vizi e delle sette Virtù, e sotto la suggestiva volta stellata, si succedono 38 riquadri, disposti in tre fasce di affreschi, nei quali è rappresentata la storia della salvezza, a partire dalla storia di Gioacchino e Maria.

Il racconto inizia con Gioacchino cacciato dal tempio e prosegue con andamento a spirale fino al riquadro del Giudizio Universale, in cui al centro compare ritratto lo Scrovegni mentre offre a Cristo in gloria la cappella.

Sulla parete di fronte l’Annunciazione, e al centro ancora un Cristo in Gloria, dipinto però su tavola. Un tempo era appeso nel presbiterio anche un Crocifisso di Giotto, dipinto su tavola, che però ora si trova al Museo degli Eremitani.

Infine il soffitto, completamente dipinto di blu, presenta entro tondi le immagini di Cristo tra Evangelisti e Profeti. Nel Presbiterio un pittore giottesco, intorno al 1320, ha raffigurato la Dormizione e la Glorificazione di Maria. Le due Madonne del latte sono attribuite a Giusto de’ Menabuoi.
L’opera fu ultimata in tempi molto brevi tanto che, dopo 2 soli anni di lavoro, la Cappella era tutta decorata e veniva consacrata.

Il ciclo di Giotto agli Scrovegni costituisce il più alto capolavoro del pittore e della storia dell’arte occidentale, pari solamente alla Cappella Sistina di Michelangelo in Vaticano a Roma.
Con quest’opera Giotto inizia una nuova era nella storia della pittura, superando l’astrazione formale della corrente bizantina allora dominante, per proporre forme umane più naturali e realistiche e per questo fu definito anche il primo pittore moderno.

Alla Cappella si accede, per le visite, attraverso l’entrata dei Musei Civici di Padova, in piazza Eremitani, 8.

Il biglietto di ingresso comprende, oltre alla visita della Cappella,  anche la visita dei Musei, anch’essi di notevole interesse.

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