22
Lug

Foggia, 70° Anniversario dei bombardamenti

 

 

Ricorre oggi il 70° Anniversario dei bombardamenti aglo-americani sulla città di  Foggia, che provocarono la morte di oltre ventimila inermi cittadini ed un numero imprecisato di feriti, riducendo la città ad un cumulo di macerie.

In particolare, morirono bruciati, senza scampo, oltre duemila persone  che avevano trovato rifugio nel sottopassaggio della stazione ferroviaria, per via delle fiamme scaturite dallo scoppio di alcuni carri cisterna ferroviari in sosta sui binari soprastanti, contenenti carburante, centrati in pieno dai bombardamenti.

Foggia, città martire della Seconda Guerra Mondiale, Medaglia d’oro al Valor Civile, rappresenta l’epilogo della scelleratezza dei popoli che si ostinano a cavalcare venti di guerra anziché propendere per la pace, la tolleranza e l’amore reciproco delle genti.

Qui di seguito, uno stralcio del discorso del Sindaco di Foggia in occasione della cerimonia di commemorazione (cfr. http://www.statoquotidiano.it).

“Autorità, gentili Ospiti, Signore e Signori, sono trascorsi 70 anni dal tragico 22 luglio 1943, il giorno che, più di tanti altri, devastò la nostra città e straziò le carni e gli animi di migliaia di nostri concittadini. Oggi ricordiamo un bombardamento come pochi ne sono stati registrati dalle cronache della Seconda Guerra Mondiale per capacità distruttiva e sforzo bellico”.

“Oggi commemoriamo i nostri morti con la più profonda commozione e un’ancor più sentita partecipazione. 22mila furono le inermi vittime dei bombardamenti concentrati sulla nostra povera città. 7mila donne, uomini e bambini persero la vita nella sola giornata del 22 luglio. Sempre migliaia furono i feriti, i senza tetto, gli affamati in quella funesta estate del ’43. I loro lamenti echeggiavano in una città muta e attonita”.

“Il loro dolore era quello delle case sventrate, delle strade rese monche. Buona parte di Foggia divenne un cumulo di macerie, la sua storia cancellata quasi del tutto, la sua memoria collettiva inevitabilmente sfregiata”.

“Il triste scenario che emergeva dalla polvere e dal fumo, diventava orrido al calare del sole, quando, tra le macerie e i cadaveri, si aggiravano gli sciacalli: ladri che facevano man bassa di modesti tesori e disonoravano le vittime, finanche spogliandole di scarpe e vestiti”.

Foto di repertorio (cfr. http://www.statoquotidiano.it).

Qualcosa in più sui bombardamenti anglo-americani di Foggia del 1943

(integrazione del 22 settembre 2013)

 «Paesaggio Storico di Capitanata, Quando a Foggia c’erano gli … “ americani”», Editrice Parnaso di Luigi P. Marangelli, Foggia 2012, unitamente a «Paesaggio Storico di Capitanata, L’estate del 1943 a Foggia», a cura del Comitato Commemorativo delle Vittime delle Incursioni Aeree del 1943 sulla Città di Foggia, Grafiche GERCAP Foggia-Roma, Foggia marzo 2013, offrono al lettore l’opportunità di comprendere meglio ciò che è effettivamente accaduto a Foggia durante quella terribile estate del 1943.

Le forze anglo-americane avevano l’esigenza di attaccare in maniera massiccia la Capitanata, e Foggia in particolare, considerata una roccaforte strategica delle truppe italo-tedesche, al tempo alleate tra loro. C’era infatti la presenza di aeroporti in grado di assicurare la copertura aerea verso il Nord-Europa, verso i Balcani e verso il Nord-Africa, e di un imponente scalo ferroviario che consentiva, oltre ai collegamenti tra il nord e il sud Italia (toccando punti chiave del mare Adriatico e dello Jonio), anche quelli verso Napoli e Roma (toccando punti chiave del mar Tirreno) e verso la Basilicata. Inoltre molte erano le industrie belliche dislocate in città. Ma soprattutto gli anglo-americani pensavano che un attacco dirompente su Foggia potesse finalmente provocare le condizioni per mettere in ginocchio l’esercito tedesco (il vero nemico da abbattere), costringendo nel contempo gli italiani alla resa (peraltro già riservatamente in corso di definizione per via diplomatica). E ne scaturì un vero caos, soprattutto a discapito della popolazione civile, con le forze [di liberazione] anglo-americane che bombardavano incessantemente e gli ex alleati italiani [i soldati tedeschi, che nel frattempo, dopo l’armistizio dell’8 settembre, erano divenuti nemici] in fuga, non senza disdegnare anche atti di repressione e rappresaglia.

Questi, alcuni passaggi, che si rinvengono nella pubblicazione del Comitato Commemorativo suddetto:

“…nel maggio del 1943, gli anglo-americani decisero di sferrare l’offensiva per riuscire a sbarcare in Italia. Per ottenere ciò dovevano rendere inoffensivi i campi di aviazione di Foggia, indispensabili per avere il controllo dell’Europa meridionale e del Mediterraneo. Quando iniziarono i bombardamenti su Foggia, mancavano pochi giorni alla caduta del fascismo e pochi mesi alla stipula dell’armistizio dell’8 settembre a Cassibile, ma Foggia verrà bombardata anche il 18 settembre. I bombardieri anglo-americani, in partenza dagli aeroporti del Nord-Africa, presero quindi di mira gli aeroporti foggiani, attuando la tattica del bombardamento a tappeto sulla città di Foggia, riuscendo ad essere ancora più convincenti. Ai cittadini foggiani non fu neanche risparmiato il criminale mitragliamento da parte dei veivoli nemici …”. “ … Le forze  aeree anglo-americane erano, in quel frangente, sotto il comando inglese …”. “ … e quando, alla fine di settembre del 1943, gli alleati entrarono nella nostra città, trovarono solo dei fantasmi …”. “… Foggia aveva 79.000 abitanti nel maggio del 1943; ne avrà invece 59.000 nel luglio del 1945. Nessuno potrà mai dirci con certezza quante sono state le vittime dei bombardamenti del 1943 sul maggiore centro del Tavoliere. Non avevano certo voglia di parlarne gli anglo-americani, che sono rimasti nella nostra città fino al 1947…”. “… Nella seconda guerra mondiale ci sono stati 50.000.000 di morti, tra militari e civili; ogni giorno muoiono di fame, all’alba del terzo millennio, 24.000 persone, proprio quante le vittime di quella calda estate del 1943 a Foggia [si tratta di una stima personale di Lucio Pasquale Masullo del Comitato] …”. “ … Mentre attendiamo ancora il giudizio della storia sull’estate foggiana del 1943, a noi interessa contribuire … [a] … rendere onore a quelle vittime innocenti …”

E, ancora, qualche stralcio tratto da “Olocausto”, un articolo apparso sul giornale “Il Provinciale”, a firma di Luigi Iacomino, e riportato nella medesima pubblicazione sopra citata:

“… Gli alleati, quegli alleati che avevano interpretato il ruolo dei nemici nel corso di una guerra disastrosa, che si trasformarono in ‘salvatori della patria’ dopo l’armistizio dell’8 settembre e lo sbarco in Italia, capaci di ricacciare indietro il primitivo alleato [l’esercito tedesco], divenuto nemico. Alleati che soltanto qualche settimana prima avevano devastato la città di  Foggia con bombardamenti di ferocia inaudita, oltraggiando una comunità laboriosa e pacifica …”. “Il 22 luglio toccò a Foggia sperimentare la teoria di Harris (teoria proposta dall’Inghilterra ed elaborata dall’Air Chief Marshal Arthur Harris, conosciuto dai suoi uomini come Harris il macellaio, in quel momento a capo del Comando Bombardieri RAF. Questa insana ed assurda teoria proponeva il bombardamento indiscriminato di obiettivi civili, al fine di colpire ‘il morale della popolazione’: alle ore 9,35 suonarono gli allarmi aerei, 82 bombardieri B17 giunsero sulla città scortati da caccia P38, la formazione, decollata dagli aeroporti dell’Algeria, bombardò inizialmente l’aeroporto di Tortorella, poi si diresse sulla città. I primi veivoli a giungere su Foggia furono i caccia P38, che scesero a volo radente sparando sulla gente che fuggiva verso i rifugi antiaerei, l’armamento dei P38 era costituito da 4 mitragliatrici Browning Cal.50 da 12,7 mm e da un cannoncino da 20 mm; queste armi letali nel combattimento contro altri aerei, usate contro la popolazione inerme ebbero degli effetti terrificanti; e furono tantissimi i foggiani che caddero sotto il tiro di queste armi, soprattutto nella Villa Comunale [gli estesi giardini pubblici di Foggia]. I caccia americani non fecero alcuna distinzione tra civili, mezzi della Croce Rossa o militari, attuando un barbaro comportamento da criminali di guerra che in seguito non è stato mai perseguito. Dopo la mattanza, effettuata dai caccia giunsero i bombardieri: le Fortezze Volanti sganciarono le loro bombe sulla stazione ferroviaria, sul deposito locomotive, sulla Villa Comunale ed a casaccio sulle altre zone della città. Tantissimi furono gli altri obiettivi colpiti, il cimitero, l’Istituto Poligrafico dello Stato, il Centro Chimico Militare, l’Acquedotto Pugliese, la fabbrica di mattoni, il deposito carburanti, i pastifici, i molini, la caserma dei Reali Carabinieri, etc.. L’episodio più grave si verificò nella stazione ferroviaria, dove alcune migliaia di passeggeri cercarono rifugio nel sottopassaggio, accanto al quale, sul 2° binario, era in sosta un treno composto da carri serbatoio destinati alla 16ª Panzer Division tedesca. L’esplosione di questi carri serbatoio colpiti dalle bombe provocò la fuoruscita di migliaia di litri di benzina, che, scivolando verso le rampe di discesa del sottopassaggio, prese fuoco. Furono almeno 2000 le persone che rimasero intrappolate in quell’inferno. La temperatura raggiunta nel sottopassaggio fu talmente elevata da rendere impossibile l’accesso ai vigili del fuoco, anche a quelli muniti di tute di amianto. Quando, quindici giorni dopo, fu possibile entrare, venne ritrovata solo cenere. Complessivamente il numero delle vittime di quel tragico bombardamento fu di 7643 morti. A quelle povere vittime non fu possibile dare una degna sepoltura: l’elevata temperatura di quei giorni e l’enorme numero di morti, fecero temere alle autorità civili e militari il diffondersi di epidemie. Venne pertanto deciso di scavare diverse fosse comuni, dove si accatastarono i cadaveri ed i poveri resti umani che venivano man mano recuperati tra le macerie. In alcune fosse su questi resti venne versato dell’acido al fine di scioglierne l’ingombro, in altre venne versata della benzina, poi data alle fiamme. E’ probabile che all’orrore si aggiunse altro orrore: vi furono anche feriti gravi gettati nelle fosse assieme ai morti. Occorsero molti giorni per poter effettuare la raccolta delle vittime; gli autocarri militari, carichi di morti, effettuarono per giorni una pietosa spola tra la città e il cimitero. Gli ospedali di Foggia e della provincia erano pieni di feriti, mentre le autorità italiane e tedesche si prodigavano per trasferire migliaia di foggiani senza casa nelle diverse località di assegnazione …”. “… Dopo solo cinque giorni da questo terribile bombardamento, i bombardieri americani tornarono nei cieli della Capitanata effettuando un’incursione all’aeroporto di Tortorella …”. ”… Pochi giorni dopo toccò nuovamente a Foggia: il 19 agosto 233 bombardieri americani effettuarono un indiscriminato bombardamento a tappeto della città, dove si ripeterono gli stessi drammi del 22 luglio. Per 95 lunghissimi minuti i Liberato e le Fortezze Volanti scaricarono su Foggia oltre 590 tonnellate di bombe. Vennero colpiti il Municipio, il Palazzo del Governo, il Palazzo delle Poste, gli Ospedali riuniti, la Cattedrale, il Museo Civico, la Caserma Miale da Troia, la Caserma Oddone e la zona ferroviaria della città …”. “… Per giorni le instancabili squadre di soccorso civile e militari effettuarono il recupero dei poveri resti delle vittime  del bombardamento, dando loro sommaria sepoltura, ed erano ancora all’opera quando nella notte del 20 agosto, 15 bombardieri inglesi del tipo Wellington sganciarono oltre 50 bombe sulla già martoriata città. Gli stessi bombardieri tornarono su Foggia la notte del 21 agosto …”. “… Ormai sembrava che non ci fosse più nulla da distruggere, ma i pianificatori militari americani e inglesi avevano deciso diversamente, e la mattina del 25 agosto i bombardieri americani erano nuovamente nel cielo di Foggia. Oltre 276 veivoli, dei quali 140 Lightning e 127 tra B17 eB24, suddivisi in 5 ondate, si accanirono nuovamente sulla città, distruggendo quanto era stato risparmiato in precedenza. Gli attacchi si estesero anche sugli aeroporti di Tortorella, Schifara e Gino Lisa, furono colpiti anche lo scalo ferroviario di Rocchetta Sant’Antonio e il Golfo di Manfredonia …”. “… Nuove incursioni si ebbero su Foggia, nei giorni 7, 8 e 9 settembre, nel quadro dell’Operazione Avalanche …”. “… Il pomeriggio del 10 settembre una formazione di B24 americani bombardò gli aeroporti satelliti …”. “… Il 17 settembre la zona ferroviaria di Foggia venne nuovamente bombardata dai B24 della RAF, che sganciarono 8 tonnellate di bombe sui magazzini ferroviari. La mattina del giorno successivo una formazione di 100 P38 americani effettuò un attacco contro gli aeroporti di Foggia e, successivamente contro gli impianti ferroviari della città, si trattò dell’ultima incursione  aerea su Foggia della Seconda Guerra Mondiale …”. “Foggia ha pagato un tributo altissimo alla follia della guerra. Nel corso di quella terribile estate … le vittime dei bombardamenti furono 20.293, a cui vanno aggiunti un numero imprecisato di militari italiani e tedeschi, mentre non è stato possibile accertare il numero esatto dei feriti, con ogni probabilità furono diverse migliaia …”. “… Foggia aveva subito la distruzione del 76% della superficie edificata, mentre ingentissimi erano stati i danni arrecati agli impianti militari presenti in città …”.

E, per finire, dalla menzionata pubblicazione “Quando a Foggia c’erano gli ‘americani’:

Alla popolazione foggiana

A Foggia

città – martire

ai suoi gloriosi figli

eroicamente caduti

a coloro che portano

nello spirito e nelle carni

le stimmate della violenza

alle mamme ai padri ai figli

che ricordano e piangono

nella tragedia che li ha colpiti

(Padre Odorico Tempesta dell’Ordine dei Frati Minori)


Ricerca:
Archivio
© Copyright 2010-2024 PagineDiPoggio.com. All rights reserved. Created by Dream-Theme — premium wordpress themes. Proudly powered by WordPress.