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Nelson Mandela, il gigante!

A Johannesburg, una folla di 80.000 di  persone ha partecipato oggi alla cerimonia commemorativa del leader sudafricano, morto lo scorso giovedi 5 dicembre all’età di 95 anni.

Nelson Mandela, familiarmente chiamato “Madiba” è stato salutato nel “Fnb Stadium” di Soweto alla presenza di un centinaio di Capi di Stato, giunti per l’occasione da tutte le parti del mondo.

Per gli Stati Uniti, il Presidente Barack Obama e la moglie Michelle, gli ex capi di Stato George W. Bush e Bill Clinton, con la moglie Hillary, il Presidente del Sudafrica Jacob Zuma, il Segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon e l’ex Segretario Kofi Annan, il Presidente della Commissione Europea José Manuel Barroso, il Presidente del Consiglio italiano Enrico Letta, e tanti altri.

Durante la cerimonia, anche Obama ha letto un elogio funebre in ricordo del defunto  eroe nazionale e Premio Nobel per la Pace, Nelson Mandela.

A pochi è sfuggita la “storica” stretta di mano tra Barack Obama e Raul Castro, Presidente cubano. Sicuramente un segnale di distensione e ci auguriamo che possa poter rappresentare anche un inizio di apertura verso il superamento del “blocco” Usa-Cuba, che dura ormai da troppi anni.

Dopo l’odierna commemorazione di Johannesburg, la bara con i resti mortali di Nelson Mandela verrà trasportata ed esposta nella sede del Governo, lo “Union buildings” di Pretoria, dove il corteo funebre sfilerà poi nelle strade della capitale amministrativa del Sudafrica.

Il funerale di stato dell’eroe della lotta all’apartheid – privato della libertà personale per 27 anni e poi divenuto Presidente del suo Paese – si terrà infine domenica 15 dicembre a Qunu, il villaggio natale di “Madiba”.

L’usanza locale vuole che ciascuno ritorni alla terra natìa per essere lì seppellito, proprio come avverrà per lui.

Una giornata importante, dunque, quella di oggi a Johannesburg; una giornata che finirà sicuramente nei libri di storia: la presenza e l’emozione dei grandi della terra per Nelson Mandela; la commozione della folla sotto una pioggia battente (nella tradizione africana, si dice che  la pioggia “apre le porte del cielo”); infine, il gesto di speranza, tra i due Capi di Stato degli Stati Uniti e di Cuba.

Una giornata dedicata a celebrare colui che è stato definito “gigante”, perché “le idee non possono essere rinchiuse tra le mura di una prigione, o essere uccise dalla pallottola di un assassino. Madiba mi ha reso un uomo migliore” – ha detto Barack Obama, “salutando” Nelson Mandela durante il proprio intervento commemorativo.

Nel discorso più atteso della giornata – quello di Obama – il primo parallelo tracciato è stato quello  con Gandhi e Martin Luther King: perché come loro “Mandela è stato un’icona del XX secolo”. Il secondo accostamento, invece, è quello con Abraham Lincoln: “Seppe tenere insieme il suo Paese che rischiava di spaccarsi”. E’ dunque un elogio a tutto campo quello reso a “Madiba” dal Presidente degli Usa, che dice ancora: “Ringraziamo il Sudafrica per aver condiviso con noi Mandela. La sua lotta è stata la nostra lotta. Il suo trionfo, il nostro trionfo. La vostra dignità, la vostra speranza, hanno trovato espressione nella sua vita, e la vostra libertà, la vostra democrazia sono il lascito di quest’uomo. Io e Michelle abbiamo beneficiato delle battaglie di Mandela per i diritti civili. Negli Stati Uniti e in Sudafrica c’è voluto il sacrificio di innumerevoli persone per risolvere la questione del razzismo. Mandela è l’ultimo grande liberatore del XX secolo. Mandela è unico e non vedremo mai più uno come lui”. Nel ribadirlo, Obama lancia un appello ai giovani perché ne raccolgano gli insegnamenti.

A ruota, però, improvvisa arriva la sferzata: “Troppi leader nel mondo – dice il numero uno degli Stati Uniti – sono solidali con la lotta di Mandela per la libertà, ma non tollerano il dissenso dal proprio popolo”.

[Le immagini ed alcune delle informazioni riportate nel presente articolo sono desunte da servizi giornalistici pubblicati su diversi siti internet]


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