19
Mag

Barocco Siciliano (terza parte)

Dopo la prima colazione e una ulteriore e veloce passeggiata tra i banchi stracolmi di pesce fresco, di ogni tipo, del  caratteristico mercato “la Pescheria” del centro storico di Catania, ove troneggiano in bella vista stupendi pesci spada e tonni dalla carne rossa come il sangue, ci apprestiamo a partire in auto alla volta di Ragusa.

Tangenziale ovest, autostrada e strada statale, 104 Km in tutto, un percorso di tutto respiro. Attraversiamo Ragusa, situata sulla parte alta del territorio e seguiamo le indicazioni per Ibla, l’antica città storica e centro del Barocco Siciliano, meta della nostra visita.

Ragusa fu gravemente danneggiata dal terremoto nel 1693 e l’attuale abitato risulta diviso in due parti: Ragusa Ibla, ricostruzione della città vecchia sul suo colle, e Ragusa Superiore che invece fu edificata ex novo su un altopiano adiacente. Successivamente Ragusa Superiore si espanse su un ulteriore altopiano, separato dal primo dalla vallata S. Domenica e ad esso collegato tramite tre ponti costruiti in epoche diverse.

Ragusa Ibla, la città inferiore, vanta un insieme impressionante di manufatti Barocchi ed offre uno scorcio di Sicilia ormai molto difficile da trovare in altri posti. Passeggiando tra le stradine fino a piazza Duomo sembra di tuffarsi nel passato, in un luogo dalle atmosfere di altri tempi. Simbolo della città è il portale S. Giorgio adiacente ai bellissimi giardini Iblei: al loro interno si possono ammirare ben tre chiese. La visita prosegue per piazza Pola, piazza Duomo con la splendida facciata barocca e la cupola neoclassica di S. Giorgio.

Per la Chiesa di San Giorgio di Rosario Gagliardi, progettata nel 1738, venne sfruttata  la difficile topografia del sito collinare, con l’effetto che la chiesa torreggia in modo impressionante su una imponente scalinata di circa 250 gradini, una caratteristica barocca frequentemente adottata in Sicilia a causa della morfologia dell’isola. La torre sembra esplodere dalla facciata, accentuata da colonne e pilastri rastremati (che si assottigliano) contro le pareti curve. Al di sopra delle aperture di porte e finestre, timpani si svolgono e curvano con un senso di libertà e di movimento. La cupola neoclassica venne aggiunta nel 1820.

Ibla appare con uno scrigno che conserva al suo interno oggetti preziosi e il suo centro storico è una vera bomboniera.

Questo spiega il perché la Sicilia Iblea faccia da scenario alle avventure di Salvo Montalbano, il noto Commissario, interpretato magistralmente dall’attore Luca Zingaretti, della serie televisiva tratta dai romanzi dello scrittore siciliano Andrea Camilleri.

Ragusa è stata catalogata nel 2002 Patrimonio dell’Umanità, rientrando tra le città d’arte più importanti d’Italia, grazie alle  svariate ricchezze artistiche e archeologiche presenti, eredità della sua storia plurimillenaria e Piazza Duomo ad Ibla è sicuramente il luogo più scenografico del suo nucleo barocco.

Ragusa Ibla (in siciliano “Iusu”, ovvero “che giace sotto”), oggi quartiere della città di Ragusa (fino al 1927 era una città a sé stante), è il fulcro da cui la città di Ragusa si è poi sviluppata. È situato nella parte orientale della città, sopra una collina che va dai 385 ai 440 m s.l.m.

La piazza del Duomo rappresenta il punto maggiormente rappresentativo del Barocco Siciliano ed è dominata, nella parte alta, dalla splendida Chiesa di San Giorgio, opera barocca fra le più insigni. La stupenda piazza di forma irregolare e in leggera pendenza è circondata da bei palazzi classici e barocchi, fra i quali spicca per la sua scenografia il Palazzo Arezzi, con un magnifico arco sotto il quale passa la strada che conduce all’ex Distretto Militare ora sede dell’Università, sito che cela fra le fondamenta resti dell’antico Castello scomparso sin dalla costruzione del Villino Arezzo.

La piazza Duomo è ravvivata al centro da verdi palme, che piantate da quasi un secolo le danno un esotico tocco di colore pur occludendo la vista e la prospettiva dell’imponente facciata del Duomo.
È il centro della vita cittadina, di questo nucleo storico, ed è sicuramente ancora oggi teatro delle più importanti manifestazioni civili e religiose del quartiere di Ibla, dalla Festa del Santo Patrono San Giorgio alle processioni del periodo pasquale.

Nella parte bassa della piazza, una bella fontana crea un angolo magnifico fra i Palazzi Arezzi e Veninata, costruiti in stile classicheggiante fra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900.

Subito a lato, prima di immettersi nel corso XXV Aprile, a destra,  seguiamo la via del Convento dove, dopo poche decine di metri ed una breve scalinata, ci si proietta sull’altro versante di Ibla, quello meridionale. Sul lato sinistro, lungo la via Torrenuova, il Palazzo Capodicasa con i suoi otto balconi arricchiti da ampi finestroni sovrastati da frontoni rettilinei pieni di sculture in stile neoclassico, conchiglie al centro e originali fiori ai lati. La residenza nasce sulle spoglie della Chiesa di Sant’Agostino da cui si ha attualmente l’accesso, e dall’annesso convento giacchè nel 1847 gli agostiniani dovettero abbandonare i luoghi.

Una sosta per uno spuntino, e partenza in auto verso il mare di Ragusa Marina.

Dopo aver fatto un bel giro panoramico generale, la nostra curiosità ci spinge a raggiungere la località Punta Secca, ad una decina di Km di distanza da Ragusa Marina, alla scoperta … nientemeno … della casa del Commissario Montalbano, ovvero il luogo della fiction televisiva. Riusciamo a trovarla e con molta sorpresa ci accorgiamo che non siamo i soli curiosi ad interessarci della cosa, infatti tanti sono i visitatori che si intrattengono nelle sue vicinanze.  La casa si trova in Via Aldo Moro ed è, nella realtà, un Bed & Breakfast. Facciamo una bella passeggiata in piaggia e poi, in prossimità del Faro, ci fermiamo nell’unico bar aperto (data la stagione, è tutto chiuso: siamo ai primi di maggio) per una consumazione.

In serata ritorno a Catania per la cena ed il pernottamento.

La giornata seguente la dedichiamo invece all’Etna, dopo una sosta ad Aci Trezza.

Dopo la prima colazione, dunque, in macchina verso il mare in direzione Aci Trezza, a soli 9 Km di distanza Catania.

Il panorama di Aci Trezza è dominato dai faraglioni dei Ciclopi: otto pittoreschi scogli basaltici che, secondo la leggenda (tratta dall’Odissea di Omero), furono lanciati da Polifemo ad Ulisse durante la sua fuga. I faraglioni compaiono sugli stemmi dei comuni di Aci Castello, Acireale. Aci Bonacossi, Aci Catena. Poco distante dalla costa (a circa 400 m di distanza), è presente l’Isola Lachea, identificata con l’omerica Isola delle Capre e che attualmente ospita la sede di una stazione di studi di biologia dell’Università degli Studi di Catania. Aci Trezza fu il paese in cui Giovanni Verga ambientò il famoso romanzo  “I Malavoglia” nel 1881 e nel quale, nel  1948, venne girato il film ad esso ispirato “La terra trema” di Luchino Visconti e Antonio Pietrangeli, capolavoro del neorealismo realizzato con attori non professionisti abitanti del luogo. Non distante dalla Chiesa del Patrono, in base ad alcuni elementi descrittivi forniti dal Verga nei Malavoglia, è stata identificata la “casa del nespolo”, l’abitazione di Padron ‘Ntoni ove è stato allestito un piccolo museo contenente oggetti della tradizione marinara ed una sezione fotografica dedicata al film di Luchino Visconti.

Una passeggiata lungo la costa per ammirare il meraviglioso mare e respirare una boccata della sua fresca brezza e, poi, in auto verso l’Etna, il più grande Vulcano attivo d’Europa.

Seguendo le indicazioni per Nicolosi – Etna Sud, raggiungiamo dopo circa 18 km il centro abitato di Nicolosi, a 690 m s.l.m., indi proseguiamo in direzione Nord per Etna-Rifugio Sapienza., con una sosta a Zafferana Etnea per un caffè accompagnato da un trancio di “scacciata”, una focaccia rustica locale ripiena, appena sfornata.

Il gigantesco Vulcano si innalza imponente mostrando un mosaico di boschi, colate laviche e crateri laterali che costellano il versante sud del vulcano, con la sua perenne fumarola bianca sulla cima più alta. L’attività persistente dei crateri sommitali produce in genere dense colonne di gas e vapori misti a ceneri vulcaniche, mentre a volte è accompagnata da attività esplosiva di tipo stromboliano con lanci intermittenti di bombe vulcaniche e brandelli di lava che possono superare altezze di diverse centinaia di metri, accompagnati da forti boati.

In circa 35 minuti raggiungiamo, percorrendo la S.P. 92, il Rifugio Sapienza e l’adiacente stazione di partenza della Funivia dell’Etna, a 1.900 m. s.l.m.

Entrambe le strutture sono scampate miracolosamente alle colate laviche dell’eruzione del luglio-agosto 2001.

Una bella escursione ai “Crateri Silvestri”, dal nome del professore Orazio Silvestri, ci ripaga pienamente della fatica di essere arrivati fin lassù. Essi sono attualmente inattivi ed offrono l’opportunità di visionare da vicino gli spettacolari fenomeni naturali che si sono ivi prodotti.

Uno scenario unico da ammirare e da scoprire, meta di tantissimi turisti che giungono da ogni parte del mondo.

Ed ognuno raccoglie e preleva qualche frammento di lava vulcanica, come prezioso ricordo da portare a casa e conservare gelosamente.

La stazione della Funivia porta a quota 3346 m. s.l.m. , ove è possibile visitare le zone sommitali di alta quota, seguendo una pista sterrata, utilizzando pulmini a quattro ruote motrici .

Uno spuntino in quota e continuazione dell’escursione fino a tutto il primo pomeriggio, prima di riprendere la via del ritorno, in auto, per Catania.

Ancora un giro a piedi nel centro storico di Catania, per un ultimo sguardo d’insieme al Barocco Siciliano ed approfondire qualche ulteriore particolare, la cena, e poi all’aeroporto di Catania Fontanarossa per il volo di rientro a casa.

Fine della terza parte


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